La mummia non ha mai goduto di un appeal paragonabile ai colleghi del gothic horror come Dracula o la creatura di Frankenstein. Vampiri, fantasmi e lupi mannari possono vantare ascendenti nobili in letteratura e ancor più entusiasmanti trasposizioni cinematografiche, con variazioni sul tema talora ironiche e dissacranti. Più difficile probabilmente mantenere contemporaneo e spettacolare il fascino della creatura avvolta da bende di lino e legata a millenarie maledizioni. È il creatore di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle, a dare il là, con uno dei suoi racconti meno noti, al mito dell'Egizio immortale.
È Boris Karloff, con la complicità del regista Karl Freund, a rendere la mummia sinonimo di terrore ancestrale, al di là del tempo e dello spazio. Il film del 1932, La mummia, è uno dei capisaldi dell'horror classico della Universal, l'era in cui Karloff, Bela Lugosi, Lon Chaney sr. e jr., James Whale e Tod Browning hanno scritto le regole di un genere cinematografico.
Nel 2017 però la Universal ha in mente qualcosa di più per la creatura egizia, a partire dalla scelta di Tom Cruise come protagonista principale del film. La mummia è infatti il primo capitolo di una nuova franchise, di un universo cinematografico che si propone di sfidare quello Marvel, attualmente dominante, e quello DC Comics, ora in forte espansione. Protagonisti, anziché i supereroi, dei super-mostri, destinati a incontrarsi e scontrarsi tra loro, oltre che a minacciare la razza umana.
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